





Saluta o giorno la splendida mestizia
che dolce avvicina la mente al cuore
e affranca l’anima dalla ragione afflitta.
Palazzo Panciatichi a Firenze, Sede del Consiglio Regionale della Toscana, ha ospitato dal 18 al 27 luglio 2012, la mostra collettiva “Opera prima”, per dare visibilità alle opere di poesia e fotografia premiate nell’omonimo Concorso Nazionale.
La cerimonia dell’inaugurazione si è svolta nella Sala degli affreschi alla presenza delle autorità e del pubblico. A fare gli onori di casa il Consigliere Segretario Questore dell’Ufficio di Presidenza Gian Luca Lazzeri.
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Quelli e quali per vie virtuose (…) diventano principi, acquistono el principato con difficultà, ma con facilità lo tengono (…) da Il Principe di Machiavelli.
Troppe ce ne sono di frasi o massime cui attingere nell’opera del nostro antesignano, cronista dell’epoca sua e stratega sopraffino. Ma, dopo l’arte della guerra, questa affermazione mi sembra particolarmente adatta al frangente in cui versa la squadra del Cavallino, considerando che per due anni si è vista sfuggire fra le dita un titolo rincorso con tenacia, sofferenza e difficoltà estreme, rincorrendo, ansimando e facendo tesoro di ogni stilla di sudore versato. E ancora una volta, in palese inferiorità di mezzi, ma per vie virtuose, dopo aver faticosamente conquistato la vetta vede il suo vantaggio scemare.
E vorrei scrivere due parole anch’io sul ritiro di Shumi, io che non sono mai stata una sua tifosa, io che, innamorata della Rossa, ho sempre detto “ha vinto la Ferrari” perché di chi ci stava dentro poco o nulla mi importava.
Non nego di avere avuto e avere anch’io le mie simpatie, ma sono passeggere, mutano col mutare delle casacche perché Lei sola è la Regina, e solo per Lei sono i palpiti del cuore. Non mi piaceva Shumi quando era il Kaiser indiscusso e indiscutibile, al punto da perdonargli anche l’imperdonabile. E non ho mai avuto dubbi sull’attribuzione del maggior merito nella vittoria, fra lui e Lei la tenzone era impari. Il pilota è un accessorio, di lusso, ma pur sempre un accessorio.
Eppure è triste questo viale del tramonto che mostra un lato umano e per certi versi fragile, che forse egli stesso non si attribuiva e che lo accomuna a certe stelle di celluloide del passato.
Perché in una casa di specchi coperti
non ti puoi vedere,
solo sentire;
per questo la luce non rimbalza
se non di sfuggita,
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